mercoledì 31 gennaio 2018

I SOLITI VANDALI DEVASTANO I LAMPIONI LUNGO IL LUSENZO: DENUNCIATI

Il vandalismo giovanile si sta estendendo a macchia d'olio in tutta la città. Non più solo gli incendi al parco degli orti e gli sfregi alle vetture in sosta a via Cristoforo Colombo. Ora le gang della noia e del disinteresse hanno ripreso ad attaccare la bellissima passeggiata lungo il Lusenzo: sono infatti ben 12 i lampioni messi fuori uso nell'anello che circonda la laguna, abbattuti o semplicemente privati della possibilità di illuminare il percorso, sia nella riva di Sottomarina che sul ponte Baden Powell, completamente al buio di sera. Già negli ultimi due anni alcune compagnie di adolescenti sfaccendati avevano gettato in acqua bidoni e addirittura biciclette, ed erano state individuate, con conseguenze economiche per le proprie famiglie quanto alla riparazione del danno. Adesso, ai lampioni si aggiungono devastazioni ai segnali stradali e agli estintori, anche nelle strade laterali alla laguna: l'ammontare della rovina è sicuramente ingente, al punto da non poter più essere tollerato. Nei giorni scorsi è stata sporta denuncia ai carabinieri, e l'amministrazione con SST sta cercando le risorse per la remissione in pristino, ammesso che sia possibile riportare tutto allo stato precedente: la situazione non è ancora stata sbloccata, ma i passi opportuni sono stati compiuti. Anche la latente crisi di giunta -sul piatto ci sono le dimissioni dell'assessora ai lavori pubblici Elga Messina- non aiuta a risolvere il problema in tempi brevissimi. L'assessora all'istruzione Isabella Penzo ha più volte manifestato l'esigenza di restituire qualità e sicurezza alla strada pedonale e ciclabile lungolaguna, in specie nei pressi degli istituti scolastici di Borgo San Giovanni e della pista rosa, nell'area recentemente dedicata alla povera Jessica Nordio. Fa male sapere che le persone che si rendono colpevoli di questi atti hanno circa l'età della ragazza uccisa trent'anni fa.

martedì 30 gennaio 2018

NUOVI DEPOSITI DI RIFIUTI SUL PONTE TRANSLAGUNARE. AVVERTITI GLI ISPETTORI AMBIENTALI DI VERITAS

Purtroppo nuovi depositi di immondizie si sono verificati lungo l'argine della laguna sud, all'altezza del ponte che unisce Chioggia alla terraferma. In questo caso i sacchi sono di colore giallo, ma sostanzialmente analogo è il contenuto -rifiuto secco o per lo più umido- scaricato dai soliti incivili che non rispettano le più elementari regole di convivenza. La questione è stata segnalata agli ispettori ambientali di Veritas. Intanto prosegue il suo corso la denuncia che Chioggia Azzurra ha formulato alla stazione dei carabinieri di Sottomarina riguardo altri e precedenti depositi, entro tradizionali sacchi neri, da parte di un ristoratore di fuori provincia: le indagini presto consentiranno di risalire all'identità del tizio e anche alla pubblicazione delle sue generalità.

lunedì 29 gennaio 2018

MADRE E FIGLIA CON 300 EURO AL MESE IN DUE STANZE SENZA I MINIMI SERVIZI A SOTTOMARINA

Ai margini del rendiconto quinquennale dell'Ipab, sabato mattina, Chioggia Azzurra ha raccolto la testimonianza di una signora che asserisce di essere costretta a vivere assieme alla figlia in due stanze dentro un “palazzone” a via Barbarigo. Una sistemazione di fortuna, ben al di sotto dei normali standard per l'erogazione della corrente elettrica, dell'acqua e del riscaldamento. La donna, a nome Gioia Paternostro, non ha ancora raggiunto l'età della pensione e versa in precarie condizioni di salute, mentre la figlia Silvia è ancora senza lavoro: dicono di tirare avanti con 300 euro al mese, nonostante la loro situazione sia apparentemente nota alle autorità, dopo anni di domande e carte bollate. L'appello ai servizi sociali è di valutare la situazione, avanzando per madre e figlia le ipotesi di una nuova ubicazione, più salubre e fornita dei minimi comfort: per quanto tutti sono a conoscenza delle difficoltà di reperire immobili da adibire a edilizia residenziale popolare in mano pubblica, e soprattutto di derogare alle graduatorie degli aventi diritto.

giovedì 25 gennaio 2018

ANCORA UNA RAFFICA DI PICCOLI FURTI TRA SANT'ANNA E UN RISTORANTE DI SOTTOMARINA

Un furto è avvenuto lunedì 22 gennaio dopo le ore 23 nel bar che dà sulla piazza Tiziano Baldin di Sant'Anna di Chioggia. Le immagini delle telecamere hanno rivelato l'intrusione di due individui, con il volto coperto da un casco, che dopo aver forzato l'uscita antipanico si sono impossessati della cassa, la quale però era praticamente vuota. Le indagini sono in mano ai carabinieri della compagnia di Chioggia. Sempre nella stessa zona, vengono segnalati i “passaggi” dei ladri all'agility dog in Canal di Valle e alla ditta Pasotti di Sant'Anna.
Anche il ristorante pizzeria Al Solito Posto, in località San Felice a Sottomarina, ieri sera è stato visitato da ladri esperti che hanno neutralizzato il dispositivo di allarme e sottratto un hard disc. Il proprietario del locale ha lanciato un appello attraverso i network affinché gli venga restituito l'archivio, che non contiene le riprese delle telecamere del videocircuito interno bensì immagini familiari e care.

UNA BANDA DI 30 RAGAZZINI DIETRO GLI INCENDI NEGLI ORTI E GLI ATTI VANDALICI

I piromani degli orti di Sottomarina hanno le ore contate. Anche ieri pomeriggio un incendio, per il quarto giorno consecutivo da domenica, e la pazienza collettiva è giunta al limite: per spegnere le ingenti fiamme appiccate a un capanno agricolo e nelle immediate adiacenze, in una zona impervia da raggiungere, sono occorse ben tre camionette dei Vigili del Fuoco (una arrivata anche da Cavarzere) e una pattuglia dei Carabinieri. Proprio questi ultimi sono sulle tracce di una banda che assembla addirittura trenta ragazzi, praticamente tutti minorenni, i quali sarebbero anche gli stessi che si divertono a tagliare le gomme e a compiere atti vandalici contro le vetture in sosta a via Cristoforo Colombo e nelle strade limitrofe. Le forze dell'ordine stanno appunto indagando per ottenere quanti più riscontri possibili riguardo le loro generalità, e intercettarli prima che siano ancora in grado di nuocere.

martedì 23 gennaio 2018

CHIOGGIA AZZURRA FORMALIZZA LA DENUNCIA, PRESTO IL NOME DELL'INQUINATORE DEL PONTE TRANSLAGUNARE

Come promesso nel telegiornale di domenica 14 gennaio, Chioggia Azzurra ha esposto formale denuncia alla stazione dei Carabinieri di Sottomarina riguardo lo scarico di sacchi neri contenenti immondizie sul ponte translagunare che collega la città alla terraferma. L'azione, diretta al Procuratore della Repubblica di Venezia, intende far presente il misfatto e contribuire a livello documentale -con immagini e testimonianze- a far luce quanto al suo autore: già è noto che alcuni di questi rilasci sono stati operati da un ristoratore operante fuori dal contesto cittadino.
Alla magistratura anche il compito di calcolare il danno ambientale e quello di immagine da far pagare al responsabile dell'inquinamento. Naturalmente seguiremo tutti i prossimi passaggi, fino a quando ne sarà rivelata l'identità e magari anche la condanna, sperando i tempi siano stringati. Dal canto suo, anche l'amministrazione comunale sta provando a far rimuovere i sacchi, scontrandosi col rimpallo di competenze fra l'Anas e Veritas.

domenica 21 gennaio 2018

“EGOISTE” ALLA EX COLONIA TURATI: SI MOLTIPLICANO LE FINESTRE APERTE O ASPORTATE, MENTRE L'IMMOBILE VA IN ROVINA

Non è la pubblicità di un profumo, eppure anche alla ex colonia Turati le finestre aperte, o addirittura asportate, si moltiplicano in continuazione. Solo che lo stabile è, o dovrebbe essere, notoriamente disabitato: ma negli ultimi giorni (come documentano le immagini) dapprima è stata osservata una sola apertura, poi -è notizia di ieri- il bisogno di cambiare aria e sbarazzarsi delle controfinestre è diventato prioritario anche in altre sezioni della struttura. Ironizziamo, ma in realtà i problemi sono di due ordini: primo, chi c'è dentro la Turati e che cosa ci fa? Già in estate venivano segnalati depositi di merce da parte degli ambulanti dediti al commercio più o meno illegale sull'arenile, e l'edificio era stato preso di mira non solo dai soliti vandali ma anche di chi -due coppie di origine napoletana- cercava un riparo per la notte.
Il secondo tema è che l'immobile di proprietà comunale sta cadendo in rovina: il disuso prolungato non solo lo fa deperire ma ne diminuisce fortemente il valore di mercato ogni giorno che passa, nel caso l'amministrazione decidesse davvero di provare a venderlo. Non erano certo queste le intenzioni con cui la ex colonia fu acquisita, vent'anni fa, al patrimonio pubblico. Dall'ubicazione degli uffici comunali all'ipotesi di ostello per la gioventù, nessuna di queste idee è stata poi esperita. E gli esiti sono sotto gli occhi di tutti.

giovedì 18 gennaio 2018

È OMAR MINOU, NEO MAGGIORENNE, IL RAPINATORE DEL CAFFÈ PLANET

Ha atteso di compiere 18 anni, lo scorso dicembre, per mettere a segno una rapina a mano armata e beccarsi l'inevitabile denuncia a piede libero, solo perché la flagranza per l'arresto era già trascorsa. L'autore del misfatto di ieri mattina al caffè Planet di Sottomarina è Omar Minou, vecchia conoscenza della cronaca nera, già noto per i suoi precedenti analoghi di furto con scasso durante il 2016 e nei primi mesi del 2017 assieme alla gang detta “di via Alga”. Il giovane ha confessato, e ci sono ulteriori riscontri che confermano la responsabilità nell'uso dell'arma come aggravante. Naturalmente Minou andrà a processo, stavolta non davanti al Tribunale minorile bensì a quello ordinario per gli adulti, avendo raggiunto la maggiore età.
Gli inquirenti sono giunti sulle sue tracce dopo la denuncia sporta dalla titolare dell'esercizio, che era stata minacciata da Minou per un bottino di circa cento euro, e facendo ricorso al database delle persone con precedenti penali. Le ultime notizie riferivano della presenza del giovane in una comunità di recupero per tossicodipendenti, dove lo avrebbe costretto la madre esasperata. Comunque un bel colpo compiuto con grande velocità e perizia dagli agenti del Commissariato di Pubblica Sicurezza di Chioggia, che inaugura così la nuova stagione sotto la guida del commissario Rosario Gagliardi.

mercoledì 17 gennaio 2018

SERIE DI RAPINE E FURTI: IN BREVE TEMPO LA POLIZIA INDIVIDUA E DENUNCIA UN CHIOGGIOTTO

Alle ore 7.30 di stamane un individuo a volto coperto, parlando in italiano, ha minacciato con un coltello la titolare del caffè Planet in via Marco Polo a Sottomarina e si è fatto consegnare l'incasso che al momento ammontava a circa cento euro. La donna ha sporto denuncia all'arrivo degli agenti di polizia, alle 10 circa. Veramente a stretto giro di tempo, le forze dell'ordine sono state in grado di identificare il malvivente, un chioggiotto (non si tratta di Bruno Duse, salito di recente agli onori della cronaca nera per reati analoghi) che è stato poi denunciato a piede libero una volta trascorsa la flagranza. L'uomo ha potuto contare su alcuni complici: anche attorno a questi si stringe il raggio del lavoro della polizia.
Probabilmente si tratta delle stesse persone che nel corso della notte hanno messo a segno altri due colpi: alle 4 in fondamenta canal Lombardo è stato “visitato” il negozio Iperfrutta di Pan Chun Yan, in arte Thomas, il negoziante cinese che con la sua famiglia già altre volte era finito nel mirino dei ladri. Stavolta uno o più balordi hanno spaccato la vetrata d'ingresso, procurandosi anche ferite come si è potuto evincere dalle macchie di sangue sulla cassa e nei banchi della merce. Il misero bottino è costituito in una lattina di coca cola, dal momento che la notte la cassa rimane vuota anche degli spiccioli. Thomas e la moglie hanno presidiato il negozio in attesa dell'arrivo della polizia.
Il secondo furto in ore piccole è stato compiuto poco dopo al Caffè degli Artisti in viale Padova a Sottomarina, dove alle 4.30 circa è stata prelevata la cassa con cento euro all'interno; il bar ha subìto più danni nell'effrazione che non ai propri ricavi. In questo caso si sono presentati subito i carabinieri della vicina compagnia. Inoltre, nella notte tra venerdì e sabato era stato segnalato un tentato furto anche alla libreria Il Leggio (dove i ladri non sono però riusciti a entrare), al MaxiZoo, ad un negozio in piazza Europa e al Bora Bora sul lungomare: già allora gli inquirenti supponevano si trattasse di un gruppetto circostanziato, che oggi può dirsi almeno parzialmente sgominato. Ed è facile ritenere, per la natura dei reati, che le indagini convergano attorno all'ambiente del consumo di droghe pesanti.

martedì 16 gennaio 2018

PIROMANI SCATENATI A SOTTOMARINA: INCENDI IN VIA BARBARIGO E SULL'ARENILE

Siamo in pieno inverno, eppure a leggere il bollettino degli incendi pare di essere tornati ai tristi giorni estivi, con lo stillicidio di attacchi ai capanni agricoli nella zona degli orti. In meno di una settimana, le fiamme sono state appiccate prima a un cassonetto davanti a una trattoria dismessa ai Piovini, poi domenica pomeriggio attorno alle ore 17 si sono levate proprio da via Barbarigo e limitrofe, impiegando ben due camion dei vigili del fuoco per domarle, infine ieri sera alle 19 nelle vicinanze dello stabilimento balneare Cayo Blanco ancora un rogo di modeste dimensioni presto sventato dai pompieri. Sono i primi atti di vandalismo dell'anno, nella specialità in cui alcuni giovinastri (o forse non sono così giovani) paiono essersi specializzati, ovvero la piromania.

REVOCATA L'ACCOGLIENZA AL GAMBIANO MANESCO, ORA A PIEDE LIBERO. PRESTO I BENEFICI TOLTI ANCHE AD ALTRI

La Prefettura di Venezia ha revocato i benefici dell'accoglienza nel suolo nazionale a Mohammad Jata, il 21enne gambiano che qualche giorno fa aveva aggredito tre agenti di polizia in due diverse circostanze. Jata quindi non ha più diritto a essere ospitato nella struttura in cui risiedeva -ovvero il Bragosso di Sant'Anna- e la propria pratica per la richiesta di asilo politico passerà in coda a quelle degli altri migranti che non sono incorsi in simili misure. Il permesso di soggiorno dell'africano scadrà il prossimo 28 febbraio e fino a quella data potrà rimanere in Italia a piede libero; sul suo capo pende comunque la condanna a un anno inflittagli dalla giudice Capriuoli per l'aggressione a un agente di polizia a Sottomarina, che ha causato a quest'ultimo la lussazione della clavicola e un mese di prognosi. Jata ha poi inveito contro altri due poliziotti l'indomani all'interno della questura di Santa Chiara a Venezia, ma è stato assolto dall'accusa di resistenza. Intanto si apprende che anche altri africani alloggiati al Bragosso sono vicini alla sospensione dell'accoglienza, dopo la rissa causata lo scorso dicembre contro un'operatore sociale e le ulteriori proteste delle settimane successive.

domenica 14 gennaio 2018

RIFIUTI ABBANDONATI SUL PONTE: CHIOGGIA AZZURRA DENUNCIA UN RISTORATORE

Tolleranza zero verso chi sporca e inquina la città e il suo ambiente naturale circostante. Con questo presupposto, nei giorni scorsi -e non solo- Chioggia Azzurra aveva pubblicato più di un servizio relativo all'abbandono di immondizie in luoghi pubblici, segnatamente le piazzole di sosta, il ponte translagunare o direttamente la laguna; per non parlare della zona degli orti in via Barbarigo e limitrofe, dove il danno è notevole direttamente per il suolo agricolo. Ieri mattina alcuni ispettori ambientali di Veritas sono stati notati mentre procedevano alle opportune verifiche riguardo un elevato numero di sacchi neri rilasciati proprio sul ponte che collega Chioggia alla terraferma. Gran parte di questi rifiuti sono riconducibili a un'attività di ristorazione, tra l'altro facente capo a una ditta non del luogo.
Le sanzioni massime degli ispettori sono tuttavia ridotte rispetto al reale danno ecologico e anche economico della rimozione di questi scarti, così Chioggia Azzurra -stanca di questi comportamenti incivili- ha deciso di sporgere denuncia verso ignoti nei prossimi giorni, allo scopo di ottenere che le forze dell'ordine chiedano a Veritas gli estremi relativi all'autore del misfatto, del quale pubblicheremo le generalità. Alle gentili lettrici e ai cortesi lettori chiediamo supporto e condivisione affinché ci sia tolleranza zero verso chi attenta alla pulizia, al decoro, all'ambiente e alla salute.

VIA COLOMBO ALL'ESASPERAZIONE, ANCORA GOMME TAGLIATE. E C'È CHI DORME IN MACCHINA

In via Cristoforo Colombo i proprietari di automobili non dormono più. È caccia infatti al vandalo che ieri sera, per la terza volta in un mese, ha tagliato la gomma di una macchina parcheggiata. Già in precedenza era accaduto anche che le carrozzerie venissero sfregiate a chiave. I residenti sono disperati, non sanno cosa fare se non sporgere denuncia contro ignoti, e nel frattempo c'è chi ha deciso di dormire in auto per scongiurare attacchi notturni contro la propria vettura. Uno scenario che ricorda il Bronx o certi quartieri malfamati delle grandi città, invece siamo solo a Sottomarina.

venerdì 12 gennaio 2018

JATA PERICOLO PUBBLICO: DOPO IL PROCESSO AGGREDISCE UN ALTRO POLIZIOTTO. ARRESTATO DI NUOVO

Incredibile. O forse no. Mohammad Jata, il gambiano che ieri aveva aggredito un poliziotto a Ridotto Madonna e che oggi è stato condannato a un anno dal Tribunale di Venezia, l'ha rifatto. Subito dopo la conclusione del processo per direttissima, alle 13.45, l'africano era stato condotto in questura a piazzale Roma per la fotosegnalazione di rito. Ma una volta arrivato al commissariato di Santa Chiara, Jata si è rivoltato ancora contro gli agenti, divincolandosi e picchiandone un altro, che è dovuto ricorrere alle cure del pronto soccorso veneziano. I poliziotti non hanno potuto fare a meno di ammanettare di nuovo l'esagitato, trattenendolo in arresto in attesa di un nuovo processo per direttissima (probabilmente domani stesso) che, secondo logica, dovrebbe aumentare l'entità della pena a suo carico. Nel mentre si rafforza la posizione di chi chiede, come il sindacato UGL FSP della Polizia di Stato, l'introduzione nel sistema di una norma giuridica che permetta alle forze dell’ordine di fotosegnalare attraverso l'uso della forza chi si rifiuta di farlo spontaneamente.

UN ANNO ALL'AFRICANO CHE HA AGGREDITO IL POLIZIOTTO, MA LA PENA È SOSPESA

È stato condannato a dodici mesi di reclusione, con pena sospesa, il gambiano che ieri mezzogiorno a Ridotto Madonna ha colpito un agente di polizia causandogli la lussazione di una spalla e 30 giorni di prognosi. Il processo è stato celebrato con rito direttissimo dopo le ore 12 al Tribunale di Venezia avanti la giudice Alessia Capriuoli. Mohammad Jata, questo il nome del 21enne africano, era difeso da un'avvocata d'ufficio del Foro di Venezia.

giovedì 11 gennaio 2018

AFRICANO ALLOGGIATO AL BRAGOSSO ARRESTATO PER RESISTENZA, POLIZIOTTO IN OSPEDALE CON LA CLAVICOLA LUSSATA

Un cittadino gambiano, Mohammad Jata di 21 anni, è stato arrestato questa mattina attorno alle 11.30 dagli agenti della Polizia di Stato nei pressi della rotatoria di Ridotto Madonna, al capolinea degli autobus. L'africano aveva opposto resistenza durante un accertamento di rito da parte della pattuglia, rifiutando di consegnare i propri documenti: ne è nata una colluttazione che ha visto un poliziotto avere la peggio, ricoverato in ospedale con la clavicola lussata e 30 giorni di prognosi. Jata è stato condotto al Commissariato di Pubblica Sicurezza di Chioggia, prima di affrontare il processo per direttissima. Il giovane è uno dei migranti alloggiati al Bragosso di Sant'Anna, dove si sarebbe reso anche protagonista della rivolta dello scorso dicembre. Jata aveva chiesto asilo politico e il suo permesso di soggiorno scadrà il prossimo 28 febbraio.

RAPINE IN BANCA, CONDANNATI I CHIOGGIOTTI ANDREA GIBIN E STEFANO VOLTOLINA


Sono arrivate le condanne per le rapine e le tentate rapine in banca compiute da una banda veneto-siciliana verso il finire del 2015. Il giudice per le udienze preliminari Alberto Scaramuzza ha condannato a 6 anni e 9 mesi di reclusione il 47enne chioggiotto Andrea Gibin, a 5 anni e 4 mesi Stefano Voltolina, 51 anni, pure di Chioggia, mentre ha assolto Silvia Ravagnan, 45enne ex moglie di Gibin, perché il fatto non sussiste. Scaramuzza ha così accolto in parte le richieste del pubblico ministero Roberto Terzo, che anche per la Ravagnan aveva postulato la condanna. Tutti gli imputati, compresa la colonna siciliana, sono stati invece assolti dal reato di associazione a delinquere. I due colpi riusciti -a Ceggia e nel Ferrarese- avevano fruttato alla gang circa 300mila euro di bottino, mentre erano andati a vuoto quelli pianificati agli istituti di credito di Sant'Anna di Chioggia e a Porto Viro. Gibin e Voltolina, prima di darsi all'attività criminosa, erano stati dipendenti della darsena Marina del Sole, dove era anche custodito uno yacht appartenente al pluripregiudicato catanese Francesco Guardo, considerato il capo dell'organizzazione.

martedì 9 gennaio 2018

L'INSOSTENIBILE SPORCIZIA LUNGO LA LAGUNA SUD: INIZIATIVA DI FEDERCACCIA PER RIPULIRLA

«Basta non sporcare, e siamo tutti puliti». Pare scontato, invece bisogna ripeterlo: lo fa Leopoldo Mercantini, presidente provinciale di Federcaccia, durante un giro di perlustrazione là dove termina la laguna sud, a ridosso del ponte che collega Chioggia alla terraferma. Negli argini e sulle golene non si rinviene solo materiale di riporto, arrivato assieme al mare e al vento di bora, ma anche immondizie rilasciate ad hoc da numerosi incivili: «Non è permesso vedere quello che c'è, la gente deve capire che ci sono luoghi deputati», afferma Mercantini. Anche nelle aiuole di sosta è pieno di decine di sacchi neri. Federcaccia ogni prima domenica di aprile organizza la giornata ecologica in tutta la provincia, per ripulirla: anche i limiti lagunari saranno interessati. Nel frattempo l'augurio è che gli ispettori ambientali dislocati da Veritas lungo il territorio impartiscano le dovute sanzioni a chi inquina.

ANCORA BOCCONI AVVELENATI A SOTTOMARINA, CANI E GATTI IN PERICOLO

Non si frena la barbara usanza di approntare bocconi avvelenati o contenenti metallo per uccidere gli animali che vi si avvicinassero. Dopo la segnalazione di dicembre, relativa a Sant'Anna, anche ieri mattina in piazza Todaro a Sottomarina sono state rinvenute alcune wurstel dall'aspetto minaccioso, pronte a mettere in opera il piano criminoso di chi le ha rilasciate sul terreno. Per fortuna il proprietario di un cane se n'è accorto per tempo. Comprendendo quanto possa dar fastidio chi non raccoglie i bisogni dei propri animali, c'è sempre da considerare che azioni del genere squalificano chi le compie, riportando le abitudini sociali direttamente al medioevo. Chioggia Azzurra non cesserà di segnalare simili episodi, confidando anche nella collaborazione dei cittadini non distratti.

lunedì 8 gennaio 2018

ACCESSO ALLA SPIAGGIA: UN VARCO RESTA CHIUSO AI PEDONI, MA INTANTO PASSANO LE JEEP

Non si è ancora spenta l'eco della chiusura, lo scorso 20 ottobre, del varco a mare nei pressi della torretta 10 di Sottomarina, fra i bagni Minerva e la Sirenella. Molti utenti abituati anche nelle stagioni più fredde a servirsene per effettuare passeggiate di salute in riva al mare non si capacitano che la zona fosse stata sotto attacco dei vandali, che hanno bruciato siepi e parte delle strutture adiacenti anche in altri passaggi verso la spiaggia. Ma non ci sono solo i ragazzacci con la mania del fuoco: giorni fa le telecamere di Chioggia Azzurra hanno ripreso sulla battigia le evoluzioni di un grosso fuoristrada targato Treviso che evidentemente l'ha scambiata per uno sterrato carrabile, entrando e uscendo incurante dal varco aperto di fronte a viale Tirreno. La speranza di coloro -e sono tanti- che si avvalgono del mare nei modi corretti è che anche quella uscita non venga chiusa con un cancello e incatenata a chiave.

sabato 6 gennaio 2018

ENNESIMO SVERSAMENTO DI GASOLIO SUL CANAL LOMBARDO: È CACCIA AL PESCHERECCIO INQUINATORE

Ancora una volta, una chiazza di idrocarburi galleggia stamane lungo il canal Lombardo interno a Chioggia. Risulta essere piuttosto estesa, espandendosi dalla zona dell'ex cementificio di Vigo e portata dalla corrente a sud fino alla riva di Santa Maria, oltre il ponte che collega la fondamenta ai Saloni. Con ogni probabilità il gasolio è stato riversato in acqua da un peschereccio durante le operazioni di pulizia: per provare ad arginare la macchia sono intervenuti i vigili del fuoco, la polizia locale e la guardia costiera, che ha cercato anche di risalire all'imbarcazione responsabile dello sversamento. Riuscire a bonificare il canale dalla presenza è praticamente impossibile: la nafta è destinata a rimanere a galla per qualche tempo, integrandosi a suo modo senza essere sciolta come da proprietà chimiche. Il danno d'inquinamento è notevole, e non è fantascientifico pensare che purtroppo -senza che vengano presi opportuni quanto misteriosi provvedimenti- il fatto è destinato a ripetersi.

giovedì 4 gennaio 2018

CASO FIDELFATTI: UN GIOVANE SI AUTOACCUSA DEL PESTAGGIO. MA LE TELECAMERE INTERNE ERANO SPENTE

Tentativi di pacificazione, telefonate di scuse, conferenze stampa difensive. Ma il brutto affare che ha visto vittima la notte di Capodanno il celebre disc jockey Piero Fidelfatti non è destinato a scemare: anzi, in attesa degli strascichi legali e giudiziari, la polemica è divampata nei network, con la pagina del Barinto presa d'assalto da decine e decine di segnalazioni negative, e il gestore Ivan Moretto che appunto ha convocato i giornalisti per mettere un'argine alla valanga. «Sono molto dispiaciuto - ha esordito alla conferenza stampa - perché siamo stati catapultati in una situazione molto sgradevole e di sofferenza, anche a livello familiare. I miei genitori hanno pianto». Negli ultimi giorno Moretto ha dovuto rispondere a molte telefonate: «Sentirsi giudicare, messaggiare anche da persone cattive non ha fatto piacere. Una persona “si è fatta male” (dice proprio così, sic), e noi adesso soffriamo di cattiva pubblicità».
Il gestore del Barinto ricorda che «la persona che ha compiuto l'atto nei confronti di Piero -si tratta di un 27enne del luogo, ndr- è uscita alla scoperto contattando la famiglia del deejay e assumendosi la responsabilità dell'accaduto. Per fortuna. Ci sentiamo un po' sollevati, spero che la cosa ci scagioni del tutto, tuttavia siamo sempre molto amareggiati per l'accaduto». Ivan Moretto rievoca che «tempo indietro c'erano già state serate con Piero, che ha musicato addirittura l'addio al celibato mio e al nubilato di mia moglie. Siamo amici di famiglia, mio padre e mia sorella trasmettevano in radio come lui. Ci tenevo quindi a trascorrere assieme l'ultimo dell'anno e altre serate. Solo in quei cinque minuti la musica era alta e gli si è chiesto di abbassarla». Il titolare del bar chiede di «andare oltre» e spera che Fidelfatti si riprenda presto: «Magari in futuro organizzeremo un'altra serata. Sono qui oggi per non tirarmi indietro nei confronti di chi ha scritto cattiverie, perché finora sono stato zitto ma la portata del fenomeno online è sgradevole per il mio lavoro e la mia famiglia».
Tuttavia un fattore che avrebbe potuto giocare a sua difesa pare non possa venire chiamato in causa, ovvero le telecamere di videosorveglianza interne all'esercizio: Ivan Moretto comunica che, per un caso fortuito, il sistema aveva subìto un corto circuito e quindi non ha potuto registrare quanto avvenuto attorno all'1.45 di Capodanno. Piero Fidelfatti sorride sovrappensiero: «Non ha senso che uno dei giovani pugili che mi hanno colpito si prenda tutta la colpa anche in luogo del gestore. Nella vicenda giudiziale ho scoperto altri jolly che passerò all'avvocato e che aggravano la posizione del locale. In quella sede, anche grazie ai testimoni, confuterò ogni cosa falsa sia stata detta durante una conferenza che poteva pure risparmiarsi. Ribadisco che l'aggressione è nata dentro il locale e terminata sul plateatico con me disteso per terra». Fidelfatti contrattacca e accusa: «Hanno cercato un accordo tramite mio figlio per far tacere le cose. Ma vado avanti, non solo per me stesso, anche per la categoria. I gestori devono finirla di trattare i ragazzi come jukebox e di far loro pagare anche le consumazioni quando suonano».
Un altro interrogativo peraltro aleggia, oltre a quello -pare dissipato- attorno alle telecamere: ma Ivan Moretto, gestore del Barinto, avrà veramente istigato quei tre clienti ad aggredire il sessantenne disc jockey, oppure no? La verità della risposta dove si incontrano i binari paralleli, ovvero in tribunale.

SVENTATO RAGGIRO AI SALONI, MADRE E FIGLIA HANNO LA MEGLIO SU DUE VENDITRICI DI CONTRATTI

Attorno a mezzogiorno ai Saloni è stato sventato un raggiro legato, come spesso accade, alla fornitura di erogazioni elettriche e del gas porta a porta. Una signora ha firmato incautamente un contratto portole da due venditrici, ma accorgendosi subito che ci fosse qualcosa che non andava si è rivolta telefonicamente al servizio nazionale di maggior tutela, che le ha suggerito di non firmare alcunché, sospettando appunto un raggiro. Allora la donna è scesa a richiedere indietro le carte, e ha fermato le due, dicendo loro che non voleva più aderire dopo il suggerimento di strappare tutto. Le venditrici a questo punto non volevano consegnare la polizza, ma scappando dalle scale dalla fretta hanno perso per strada i documenti della vendita. La figlia della donna raggirata li ha recuperati e trattenuti; al che le due venditrici hanno chiamato i carabinieri, attendendo il loro arrivo, per la petizione del contratto e asserendo che era stato rubato anche un volume necessario al lavoro. Ma a detta della figlia, il libro era stato da loro stesse gettato in un giardino. All'arrivo dei militari, madre e figlia si sono fatte rilasciare un modulo per la disdetta immediata, dal che hanno evinto anche la poca chiarezza sul servizio offerto. Il contratto non è stato altresì restituito: l'utente riceverà una telefonata dal fornitore al quale risponderà che non è interessata al servizio. Le due venditrici, che erano state già avvistate a Isolaverde e in altre luoghi della città, hanno minacciato denunce per i presunti insulti ricevuti.

FURTO NELLA NOTTE ALLA DELEGAZIONE A.C.I. DI BORGO SAN GIOVANNI

C'è stato un furto la notte scorsa alla delegazione dell'Automobil Club d'Italia a Borgo San Giovanni. La succursale ACI, che condivide l'ufficio con le assicurazioni Sara, stamattina ha lavorato normalmente anche se ha aperto più tardi, dovendo comunque fronteggiare una nutrita utenza impegnata nel pagamento del bollo auto, come da prassi stagionale. I ladri sono riusciti a entrare tramite effrazione della porta d'ingresso. L'ammontare del bottino è in via di verifica. Sul luogo si è presentata la polizia di Stato assieme alla polizia scientifica, che ha operato gli opportuni rilievi.

mercoledì 3 gennaio 2018

IL PESTAGGIO AL DJ FIDELFATTI FINISCE IN DENUNCE. DENTRO O FUORI DAL LOCALE? DOMANI LA VERITÀ DEL BARINTO

Arriverà logicamente in tribunale la vicenda che la notte di Capodanno ha visto protagonisti, loro malgrado, il celebre disc jockey Piero Fidelfatti e Ivan Boscolo Moretto, gestore del Barinto in calle San Giacomo a Chioggia. Dopo l'aggressione subita ad opera di due o tre persone attorno all'1.45 del primo mattino dell'anno, il 61enne artista locale di fama internazionale -pioniere della disco music in Italia già oltre quarant'anni fa con le prime serate al dancing Nuovo Mondo- ha incassato la solidarietà della Rete e dei colleghi da tutto il Paese fino ai grandi network musicali, dovuta non solo all'essere stato la vittima del pestaggio ma anche alla sua indiscussa professionalità, riconosciuta da ammiratori e allievi di tutte le generazioni (e certo non aiutano dichiarazioni, francamente irrispettose, quali «gli abbiamo fatto un piacere a contattarlo per farlo lavorare»). La querelle verte soprattutto sul luogo dove il misfatto sarebbe avvenuto, se all'interno del bar -come afferma lo stesso Fidelfatti, smentendo le ricostruzioni di alcuni organi di stampa- oppure all'esterno, in piazza, come asserito da Moretto che sarebbe in possesso delle immagini registrate da un proprio sistema di videosorveglianza. Intanto sono partite le denunce incrociate, con molti testimoni ad avvalorare l'una e l'altra tesi.
Nelle parole del disc jockey, la sorpresa per un trattamento mai ricevuto prima. «Fino all'1.30 tutto andava bene, a parte la richiesta gentile di abbassare i volumi durante la cena», dice Piero Fidelfatti ai microfoni di Chioggia Azzurra. «A quell'ora arriva in consolle Ivan, urlando come mai l'ho visto prima. “Cambia musica! Hai finito di fare techno?”, a me che non ho neanche un disco techno... io offro house, soulful, più tenue. Le persone si stavano divertendo e il locale era strapieno, se qualcuno si fosse lamentato sarebbe venuto da me a chiedermi cosa vuole». A colpire Fidelfatti anche i toni: «Non può venirmi a dire “io sono il padrone”, aggredendomi in tal modo. Al che ho abbassato la musica completamente, e gli ho detto “tu sei il padrone, e io sono Piero Fidelfatti, ciao ragazzi vi saluto”. Il locale mi ha omaggiato, battuto le mani, invocato il mio nome». Il gestore lo ha congedato, così Piero si è incontrato per strada con Johnson Righeira, protagonista della notte in piazza: «Un caro amico che proprio io, prima, ho introdotto al Barinto. Sapendo cosa sarebbe successo poi, non lo avrei fatto», dice il deejay. Che una volta accortosi di non avere con sè il telefono, è tornato nel luogo dove ha trascorso la serata per cercarlo: «Entro e chiedo ai ragazzi seduti dove stava la consolle, al che arriva Ivan come un toro infuriato urlando “Fuori dal mio locale!”, mi ha preso per il cappotto distruggendolo, e spingendo il mio braccio contro la porta senza che io facessi resistenza, anche per timore. Uno dei tizi seduti al posto della consolle mi ha dato un pugno in testa, un altro mi ha dato un calcio che mi ha fatto fare un volo di tre metri, mi sono trovato disteso per terra intontito». Fidelfatti nega di aver litigato con alcuno oppure offeso, e conferma che il fattaccio non è avvenuto fuori dall'esercizio: «Lo dice il gestore per salvare la faccia, è iniziato tutto all'interno da parte sua. Ho tanti testimoni con me, non solo fra i clienti ma anche passanti, che dicono di non aver mai visto trattare una persona in questa maniera, pur non conoscendomi». Queste persone hanno già reso deposizione ai carabinieri -la denuncia è stata formalizzata- e altre deporranno per il procedimento; carabinieri e polizia locale hanno fatto un sopralluogo nel locale dopo l'1.45. Piero Fidelfatti si è recato al pronto soccorso con la schiena indolenzita, un ematoma in testa e abrasioni ai gomiti. E si lascia andare a un commento amareggiato: «Colpa di gestori non professionisti, un ambiente che sfrutta ragazzi appassionati i quali spendono migliaia di euro per una consolle e vengono ripagati con cento euro per cinque ore di musica. Per forza in giro non ci sono più club della notte».
Di tutt'altro tenore le dichiarazioni del Barinto, i cui gerenti si trincerano dietro la loro estraneità all'aggressione, che secondo questa tesi sarebbe avvenuta allo scoperto, fuori dal plateatico in corso del Popolo. «L'unico che ha gridato è stato il dj -dicono dal Barinto- chiedevamo che fosse abbassata la musica perché il nostro permesso scadeva all'1.30. È una cattiveria dire che l'aggressione è avvenuta nel locale, siamo pronti a denunciare tutti coloro che lo sostengono, anche noi abbiamo i testimoni. Non abbiamo niente da nascondere, abbiamo la coscienza pulita». Ivan Moretto, che ha trascorso i primi giorni dell'anno in montagna, è pronto a visionare le riprese delle telecamere di sorveglianza, e pretende le scuse di quella che a suo dire sarebbe una «diffamazione avvenuta online e anche sulla stampa». Nel confermare che il professionista è stato comunque pagato, e di non aver assistito personalmente alla scena incriminata, Moretto ha annunciato per domani alle ore 15 una conferenza stampa per illustrare di persona la propria verità sulla spinosa faccenda. Non manca tuttavia di dispiacersi per il trattamento: «Non si fa così con una persona dell'età di Piero, né con nessuno». Per la verità bisognerà attendere le indagini e il processo in tribunale.

martedì 2 gennaio 2018

IL SOLITO BRUNO DUSE TENTA RAPINA AL TIGOTÀ, MA LA CASSIERA LO METTE IN FUGA URLANDO

Prima è scappato senza riuscire a rubare nulla, poi si è fatto acciuffare dai carabinieri. Per fortuna si è conclusa così l'ennesima avventura delinquenziale di Bruno Duse, 55 anni, il chioggiotto più volte salito alla cronaca nera che oggi pomeriggio ha cercato di prendersi l'incasso della filiale Tigotà in corso del Popolo a Chioggia. Attorno alle 15.30-16, l'individuo -con il volto travisato da una sciarpa e indossando un cappellino con frontino, vestito con un giubbotto nero e lungo- è entrato nel negozio sotto i portici e, minacciando la cassiera con un taglierino, ha chiesto che gli fossero consegnati i soldi.
Ma la sua veemenza ha spaventato la ragazza, che si è messa a urlare per il timore di trovarselo di fronte. Le grida della giovane hanno attirato l'attenzione dei presenti e spaventato il rapinatore, che si è allontanato rapidamente a piedi dal negozio. Poco dopo però sono intervenuti i carabinieri, chiamati dalla direzione, che si sono messi sulle tracce del fuggitivo descritto come una persona robusta, alta circa 1.70, di mezza età. La descrizione ha fatto suonare un campanello nella mente di qualcuno degli investigatori e, di lì a poco, forse anche grazie alle immagini delle telecamere poste sotto i portici (che si sono già rivelate utili in altre occasioni) i militari hanno compreso chi potesse essere l'autore della tentata rapina.
Si tratta della stessa persona, Duse appunto, che a fine ottobre aveva effettuato un raid nella pescheria al minuto, con un misero bottino non certo pari ai danni. L'uomo è stato identificato, e dopo le formalità di rito sarà denunciato. L’attività del negozio continuata tranquillamente per tutto resto del pomeriggio.

ENNESIMO FURTO DI FIORI DALLE TOMBE DEI DEFUNTI IN CIMITERO: MA NON SI VERGOGNANO?

Ancora ignobili furti di fiori al cimitero di Chioggia. È accaduto anche l'ultimo giorno dell'anno ai familiari di alcuni defunti, che passati sulla stessa tomba a distanza di un'ora l'uno dall'altro hanno dovuto constatare prima la presenza e poi l'assenza dei fiori che essi stessi avevano portato. Sconsolati, chiedono se sia possibile installare telecamere nei campi di modo da smascherare gli autori del vile gesto, anche se è molto difficile che possa accadere, se non altro per la vastità dello spazio da coprire. Resta che rubare ai morti e ai loro cari è un'azione estremamente vergognosa, tra le più abiette che si possano immaginare, e Chioggia Azzurra si ripromette di dare un volto e un nome a chi la compie, anche attraverso delazioni private.